Autonomie e buonsenso.

Idee per riorganizzare il territorio italiano e le sue istituzioni.

Riforma delle Regioni

Rivedere completamente il Titolo 5°, non è normale  che esistano regioni con il numero di abitanti di una Circoscrizione amministrativa di Torino con un Parlamento territoriale che sforna leggi per micro comunità. 

Non è normale che ci siano 21 Parlamenti territoriali in 20 regioni, in un territorio piccolo come l'Italia, si contano 19 Parlamenti regionali, e 2 Parlamenti delle Province Autonome.

Bisogna puntare a 3 Macroregioni e 2 Regioni: 
la Macroregione del Nord, 
la Macroregione del Centro,
la Macroregione del Sud,
la Regione Siciliana e
la Regione Sardegna,
tutte a statuto speciale, 
5 Governatori con poteri invece di 21 Presidenti.
 Il Governatore e il Parlamento Regionale dovranno essere eletti interamente dalla popolazione, quindi nessuno dovrà essere eletto con i listini blindati. La legge elettorale dovrà essere uguale in tutte le Macroregioni e Regioni Italiane e dovrà essere come quella per l'elezione dei Sindaci, ma senza turno di ballottaggio. Vincerà le elezioni chi prende più voti al primo turno. 
Il Presidente della Regione ricoprirà il titolo di Governatore e i Consiglieri Regionali quello di Deputati Regionali.

Riforma delle Province

Con la nascita delle Macroregioni, bisogna rintrodurre le province  con una nuova geografia che corrisponde a quella delle regioni attuali.

Le Province da 107 devono diventare 20, una Provincia ogni Regione attuale, per mantenere la propria identità e autonomia e per gestire al meglio i territori.

Il Presidente e il Consiglio Provinciale dovranno essere eletti interamente dalla popolazione, quindi nessuno dovrà essere eletto con i listini blindati. La legge elettorale dovrà essere uguale in tutte le Province e dovrà essere come quella per l'elezione dei Sindaci, ma senza turno di ballottaggio. Vincerà le elezioni chi prende più voti al primo turno.

Riforma dei Comuni

Unione dei piccoli comuni obbligatoria, in Italia ci sono 4.367 comuni sotto i 3.000 abitanti di cui 136 sotto i 150 abitanti. Il Comune più piccolo è Morterone (Lc) con 29 abitanti.

Un comune non potrà avere meno di 3.000 abitanti. La modalità dell'unione deve essere scelta dai comuni stessi e non imposta dall'alto. Se entro un anno non vengono trovati accordi, interverrà la Macroregione/Regione che si occuperà nell'immediato dell'unione.

Stiamo parlando di 4.367 comuni su un totale nazionale di 7.904 comuni.

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La legge elettorale sarà quella che è già in vigore ora, ma verranno inserite le quote di genere in tutti i comuni.

Il turno di ballottaggio nei comuni che superano i 15.000 abitanti verrà soppresso, vincerà chi prende più voti al primo turno.

Riforma delle Città Metropolitane e dei Capoluoghi.

I capoluoghi di regione attuali (tranne Roma) dovranno assorbire tutti i comuni confinanti e quello di appartenenza aeroportuale se confinante con la nuova geografia.
I comuni soppressi avranno diritto alla Municipalità o Circoscrizione, in base alla popolazione totale del capoluogo.
Le Città che con la fusione dei Comuni limitrofi arriveranno a superare 1.000.000 di abitanti diventeranno realmente Città Metropolitane. Nell'attuale momento solo Torino, Roma, Milano e Napoli potranno diventarlo.

Esempio per abitanti:
Torino passerebbe
da 886.837 a 1.314.164
Milano passerebbe
da 1.351.562 a 1.929.183
Napoli passerebbe
da 970.185 a 1.474.788

Le Città Metropolitane avranno un Consiglio Metropolitano che gestirà il territorio di tutta la provincia collaborando con i Comuni.

Il Consiglio deve essere eletto interamente dalla popolazione con regolari elezioni, il Presidente della Città Metropolitana sarà il Sindaco del Comune capoluogo. La legge elettorale dovrà essere uguale in tutte le Città Metropolitane e dovrà essere proporzionale purissimo con preferenza, ovviamente senza turno di ballottaggio, in quanto il ruolo di Presidente della Città Metropolitana verrà ricoperto dal Sindaco del Capoluogo.